Gli enologi che hanno fatto la storia

Gli enologi che hanno fatto la storia

Quali sono gli enologi che hanno fatto la storia del mondo del vino?
Una domanda la cui risposta non è per niente semplice da trovare, motivo per il quale abbiamo riportato qui di seguito alcuni nomi, a nostro parere, degni di grande nota.

Alberto Antonini: toscano DOC specializzatosi in enologia a Bordeaux, completando successivamente i suoi studi in California. Trova nel Cile il suo "locus amoenus", cercando l’identità locale in opposizione alla “francesizzazione” e rivoluzionando inoltre il concetto di terreno da vigna. Consulente di "Concha y Toro", è da sette anni il partner di Pedro Parra.

Stephane Derenoncourt: viticoltore e consulente artigianale operante in tutto il mondo con più di cento aziende vinicole, ha ri-reso la vigna protagonista indiscussa del processo di creazione del vino, fino a proporre la vinificazione separata delle parcelle.

Paul Hobbs: meglio conosciuto come "Mr Opus One", il suo nome è legato al successo della mitica cantina di Mondavi – Rothschild. Nemico dell’anidride solforosa, è stato fra gli artefici del successo del vino argentino Malbec. È attualmente interessato ad operare nelle regioni indiane.

Michel Rolland: 150 clienti in tutto il mondo. Nonostante neghi l'esistenza di una sua ricetta vera e propria, i suoi vini vantano una forte impronta, rinomatamente amata da Robert Parker. Sostiene l’iper-selezione dell’uva per vinificare soltanto acini assolutamente maturi.

Jacques e Eric Boissenot: padre e figlio, operano da sempre dietro le quinte di tantissimi grandi vini come il Lafite Rothschild, il Latour, il Margaux, il Mouton Rothschild ed il Léoville Las Cases.

Giacomo Tachis: è stato forse il più famoso enologo italiano. Padre dei cosiddetti “Super Tuscan”, gli è stato attribuito il merito di avere dato impulso al rinascimento dell’enologia italiana. Ha lavorato come enologo per grandissime cantine tra cui Antinori, Tenuta San Guido e San Leonardo. Fece delle scelte assolutamente innovative, quali uscire dalle specifiche del disciplinare del Chianti Classico, facendo uso della fermentazione malolattica e delle barriques per l’affinamento, rendendo la barrique stessa il nuovo simbolo della rinascita del vino italiano. Oltre ai famosi vini di sua creazione, Tachis collaborò alla produzione del Vermentino in Sardegna, il Nero d’Avola e il Catarratto in Sicilia, la Barbera ed il Nebbiolo in Piemonte, il Lambrusco in Emilia e il Sangiovese in Toscana.

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